Proteste USA contro i provvedimenti di Trump, discussioni a non finire sull'accoglienza, il buonismo di chi vorrebbe le frontiere aperte per tutti, la preoccupazione di chi ha paura che tra i finti rifugiati si nascondano come nel caso dell'attentatore di Berlino dei terroristi islamici...... ma tutti ci dimentichiamo di guardare alla storia americana passata ed anche più recente, non ci ricordiamo che gli Stati Uniti d'America sono un paese nato dal colonialismo di coloro che hanno occupato con la forza territori abitati da altri, i nativi d'america, che hanno provveduto a sterminare o a relegare nelle riserve e hanno quindi favorito l'immigrazone dei coloni prima perché coltivassero le terre e allevassero gli animali, di altre braccia da lavoro (inclusi i primi emigranti italiani) poi, di cervelli di cui avevano carenza ma che non sempre hanno fatto del bene all'umanità (come nel caso dell'utilizzo dell'energia nucleare per scopi bellici: leggi Hiroshima e Nagasaki) e che negli ultimi 200 anni hanno fatto continue guerre, favorito colpi di stato, che sono tra i paesi occidentali che traggono maggiori guadagni dalla vendita di armi a tutti i paesi belligeranti del pianeta ed in primo luogo a quelli sottosviluppati.
L'epopea dei "nativi d'america", i primi veri abitanti di quel continente forse in parte provenienti dalla mongolia si concludeva ufficialmente nel 1886 dopo la resa di Geronimo, imprigionato in Florida (cfr documentario di Rai Storia). Le loro terre vennero poste in vendita dal dipartimento degli interni anche in epoca recente, agli inizi del XX secolo, magnificandone le peculiarità per l'agricoltura e non è chiaro a quale titolo il governo le ritenesse legittima la proprietà.
Per non parlare poi dello schiavismo, durata quasi un secolo dal 1776 fino al termine della guerra civile nel 1865 con esempi di violenza e crudeltà disumane che non fanno certo onore ai discendenti odierni di un paese che vorrebbe essere, ma non è mai stato, un esempio di democrazia per il mondo intero (cfr Schiavitù negli Stati Uniti d'America).
Non ci dobbiamo quindi meravigliare che questa america, figlia di questa storia, fatta di un numero di persone tra le più ricche del mondo che abitano in sontuosi grattacieli delle grandi città, ma anche di estrema povertà, di miseria di chi abita nelle zone più rurali, di incertezza economica di chi è stato abbandonato al destino della disoccupazione nelle zone industriali come il MIchigan, abbandonate da chi ha preferito delocalizzare le produzioni in Messico o altrove per ridurre i costi della manodopera, sia quella che con un chiaro gesto di protesta verso chi li ha gogvernati negli ultimi otto anni ha preferito votare non già "repubblicano" piuttosto che "democratico" ma ha fatto una scelta precisa per l'elezione del presidente degli Stati Uniti d'America per il quadriennio 2017-2020: Donad J. Trump. E che ci piaccia o no la persona, che ne condividiamo o meno la sua politica è colui che guiderà nei prossimi anni il paese che lo ha eletto.
Perché l'america di un Obama e di una Hillary Clinton che, solo per citare uno degli ultimi esempi in ordine di tempo, ha voluto l'abbattimento del regime di Gheddaffi in Libia con le ben note conseguenze per il mondo intero ed in particolare per l'Italia non ci ha mai scandalizzato ed invece quella stessa nazione ora presieduta da Donald J. Trump invece si? Sicuramente ciascuno di noi ha le
proprie motivazioni ma i pi?u si tanno semplicemente lasciando condizionare in modo assolutamente acritico dal "democratico-pensiero" dei giornalisti della CNN e di altri media giustamente attaccati dal neo presidente per la loro faziosità ma soprattutto per il becero tentativo di influenzare, loro sì ancor più della Russia di Putin, il recente risultato elettorale a favore di Hillary Clinton, sicuri di avere ancora un enorme potere dato dall'informazione; persone che si lasciano altresì fuorviare dai reportage di una Giovanna Botteri di RaiNews e di altri giornalisti nostrani, smaccatamente schierati e che godono nel mostrare solo le immagini di protesta e ben difficilmente ci parleranno dei risultati positivi che l'attuale politica presidenziale degli USA potrebbe portare da qui al 2020.
proprie motivazioni ma i pi?u si tanno semplicemente lasciando condizionare in modo assolutamente acritico dal "democratico-pensiero" dei giornalisti della CNN e di altri media giustamente attaccati dal neo presidente per la loro faziosità ma soprattutto per il becero tentativo di influenzare, loro sì ancor più della Russia di Putin, il recente risultato elettorale a favore di Hillary Clinton, sicuri di avere ancora un enorme potere dato dall'informazione; persone che si lasciano altresì fuorviare dai reportage di una Giovanna Botteri di RaiNews e di altri giornalisti nostrani, smaccatamente schierati e che godono nel mostrare solo le immagini di protesta e ben difficilmente ci parleranno dei risultati positivi che l'attuale politica presidenziale degli USA potrebbe portare da qui al 2020.
Quella americana è una finta democrazia e basta una sosta anche in transito in uno degli aeroporti USA per rendersi conto di come stiano veramente le cose. Oggi ci scandalizziamo per un temporaneo blocco all'immigrazione da alcuni paesi islamici decretato dal presidente Trump, senza preoccuparci di analizzare in modo il più possibile oggettivo una notizia che viene stravolta sia dai media americani che da quelli nostrani ancora convinti di poter così contrastare la politica di chi è stato legittimamente eletto secondo le norme della costituzione, radical chic e perbenisti malati di quel buonismo peloso di cui vanno fieri i politici dei cosiddetti "partiti democratici" ed i loro mediocri sostenitori.
E allora di che cosa si preoccupa l'Europa per quelle scelte di politica interna ed internazionale di un paese che forse sarebbe bene pensasse un po' di più a sé stesso con meno ingerenza nei fatti degli altri paesi? Il motto del presidente Trump "America first" può sotto questo aspetto avere anche dei risvolti positivi ed in ogni caso non gli si può negare il diritto, ed il dovere soprattutto, di mantenere le promesse fatte ai propri elettori. Certo è un approccio non facile da comprendere per chi ha fatto il callo a politici che una volta eletti si preoccupano prioritariamente dei propri di interessi, ignorando quelli del popolo che sono chiamati a governare. E di cosa si lamentano premier europei come Theresa May, che governa un paese come il Regno Unito che da tempo blocca gli immigrati in territorio francese ancor prima che attraversino il canale della Manica, che non ha mai preso parte agli accordi di Shengen, che ancor prima del voto sulla Brexit ha introdotto misure severissime per l'ingresso degli stranieri sul suo territorio ... anche solo per visite turistiche: ma di questo nessuno ha mai parlato, contro questi blocchi nessuno ha mai fatto proteste contro la Regina d'Inghilterra o uno dei governi succedutisi nel paese. Lo stesso dicasi per la Francia di Hollande che tanti disagi ha causato proprio all'Italia con il blocco della frontiera a Ventimiglia, fatto per impedire l'ingresso di migranti che forse in taluni casi avrebbe invece dovuto accettare in ossequio a quelle norme di un Unione Europea di cui fa parte e dalla quale non ha sinora chiesto di allontanarsi.
(fonti delle immagini: Wikipedia e siti vari)
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