Tajani vanta una lunga esperienza in ambito europeo sia come parlamentare che come commissario; da anni era vicepresidente del parlamento e sostituisce Martin Schulz socialista tedesco. Una vottoria non facile quella di Tajani, in parte favorita dal ritiro di Verhofstadt, che appena insediato ha dovuto riaffermare la sua imparzialità nel rappresentare le istanze di tutti iparlamentari e non solo di quelli appartenenti al suo gruppo. Forse discutibile al riguardo l'assenza pe run politico di un "programma politico" ben definitito ma giustificato con le necessità di alleanze anche con altri gruppi senza il cui appoggio non gli avrebbe consentito di sconfiggere il socialista Pittella. Il Foglio commenta al riguardo che
"Il successo di Tajani rende la posizione di Juncker molto più fragile, nel momento in cui la Commissione è contestata da diverse capitali per le sue iniziative sui migranti o l'intepretazione troppo flessibile del Patto di Stabilità. L'elezione di un popolare sullo scranno dell'Europarlamento, inoltre, potrebbe mettere in discussione il presidente del Consiglio europeo, il polacco conservatore Donald Tusk."
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