sabato 21 gennaio 2017

Caro Paolo Gentiloni

Caro Paolo Gentiloni,

specifico anzitutto che il “caro” non ha nulla di affettivo o formalmente cordiale ma si riferisce al fatto che tu “ci costi caro”, con la tua ciclopica quanto inadeguata struttura stai costando “caro” … “troppo caro” a questa povera Italia martoriata sia da eventi naturali che, ormai da troppi anni, da scelte scellerate di chi pretende di governarla pur non avendone né la legittimazione né tantomeno le capacità.

Ti scrivo per ricordarti che chi si sottrae alle proprie responsabilità è un vigliacco e ti spiego anche il perché di questa mia affermazione: è inutile che continui a ripetere ai quattro venti che “questo non è il momento delle polemiche” perché è uno dei tuoi doveri istituzionali, quale capo dell’esecutivo, farti carico anche delle inefficienze di tutto l’apparato statale. Mi riferisco in particolare, ma non solo, all’ultimo caso che ha visto travolgere da una valanga l’Hotel Rigopiano ed alla assoluta incapacità di una prefettura, organo governativo, di affrontare in tempi e con modalità adeguate un’emergenza importante.

Il tuo “governo-pensiero” fa vigliaccamente leva sui sentimenti di dolore e compassione per le vittime di questo disastro e molti, sui media ma anche sui vari social network, riprendono questo messaggio e lo rilanciano acriticamente. Coloro che tu e costoro accusate di fare semplice polemica vorrebbero semplicemente che, contemporaneamente alle azioni di soccorso, chi di dovere, e quindi in primis proprio tu, tii attivi con celerità non solo per indagare e rimuovere i responsabili delle inefficienze ma soprattutto per rimpiazzarli con persone e dotarli di mezzi necessari ad affrontarne delle possibili altre.

Nulla di quanto sta accadendo è prevedibile con certezza ma questo non significa che non si debba essere debitamente organizzati ed attrezzati per affrontare ogni possibile emergenza nei tempi e nei modi adeguati alle singole circostanze.

Inutile che tu parli di “tenaglia” o altro per accadimenti che, per un verso o l’altro, si sono sempre succeduti in un paese dall’equilibrio idro-geologico fortemente instabile e con una potenziale sismicità non certo ignota quanto a rischio anche se non temporalmente prevedibile. E allora di cosa stiamo parlando? Dei soliti pianti da coccodrillo a posteriori, delle promesse che non vengono mai pienamente mantenute, di stanziamenti di cui continui a sciorinare cifre che non vedono riflessi concreti nelle realtà di un paese martoriato, nella crisi economica di molte famiglie, nella mancanza di alloggi per i terremotati e non solo.

È per questo e anche per molto altro che, senza alcuna volontà polemica, ti esorto a rimboccarti le maniche e almeno tentare di svolgere in modo dignitoso il tuo compito di premier, sollecitando tutta la pletorica schiera di ministri, vice-ministri, sottosegretari e sottoposti vari a fare altrettanto per dimostrare coi fatti e non con le vacue parole, coi retorici proclami, che state facendo qualcosa per l’Italia e per gli Italiani.

A soccorrere le persone in difficoltà ci hanno pensato e ci stanno pensando altri, veri eroi che con coraggio e con spirito di abnegazione, anche a rischio della propria vita, stanno dando sé stessi per gli altri e sono sicuramente ripagati dalla voce di un essere umano recuperato alla vita molto di più di quei miseri ottanta euro che tu e il tuo governo avete comunque voluto sottrargli dal mese di gennaio.

Non ti si chiede di fare un lavoro che né tu né i tuoi sareste minimamente in grado di fare ma di svolgere con maggior senso di responsabilità il ruolo di cui sei stato indegnamente rivestito e mettere concretamente a disposizione risorse finanziarie ed umane per risolvere in tempi non biblici queste emergenze; gli stanziamenti a bilancio fanno ridere se non vi sono gli utilizzi concreti e non si raggiungono i risultati attesi dalla popolazione “caro” Gentiloni …. datti una mossa! Rimboccati le maniche ma non solo per atteggiarti, come il tuo predecessore, a liberal-democratico, ma per fare invece di parlare. Mi riferisco in questo caso, e qui concludo, anche alla vergognosa assegnazione a sorteggio di alcune unitàabitative di emergenza (o SAE come voi le chiamate tecnicamente) che lasciano l’amaro in bocca se non la rabbia per essere stati ancora una volta sfavoriti dalla sorte tutti coloro che sono rimasti esclusi dalle recenti assegnazioni. Il bilancio di spesa per le poche decine di casette assegnate è ridicolo rispetto alle promesse fatte, ai fantomatici stanziamenti, ma anche soldi “reali” raccolti dalla collettività, quei 28 milioni di euro che restano bloccati mentre la gente muore letteralmente di freddo in tutta la penisola ma soprattutto nelle già tormentate aree del terremoto.

E, mi raccomando, stai sereno!




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