Dopo la breve parentesi della bocciatura da parte della Corte Costituzionale della riforma Madia, dei dipendenti pubblici non si è più sentito granché parlare. Fino ad oggi con l'articolo apparso su La Repubblica dove si scopre che il 12% di quelli impiegati nella sanità pubblica non svolge le mansioni per le quali sarebbe stato assunto pur essendo regolarmente pagato grazie ad esenzioni mediche. I casi sono i più svariati:
- infermieri ed operatori socio-sanitari a Pescara addetti solo a mansioni amministrative
- personale sanitario e della protezione civile che in Calabria opera.....dietro una scrivania o al centralino
- infermieri che con giustificazione medica non possono alzare i pazienti dal loro letto
- molti non possono lavorare in piedi
- altri non possono farlo di notte...pur essendo stati assunti per i turni notturni
- netturbini a Palermo con certificati che vietano loro di spazzare
- operai che a Como diventano improvvisamente impiegati.
Tra veri e finti disabili il rapporto pubblicato evidenzia in ogni caso un malcostume che fa riflettere laddove, come purtroppo si verifica troppo spesso, a causa di episodi di malasanità degli esseri umani perdono la vita. Non che le due cose debbano avere necessariamente una correlazione diretta ma per il fatto che la dispersione di denaro pubblico che di fatto non è finalizzato in alcun modo all'assistenza dei cittadini.
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