martedì 3 gennaio 2017

La retromarcia di Grillo

Dal Vangelo secondo Luca 6,39-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. 
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, mentre tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”.

State sereni e tranquilli, non sono diventato un predicatore religioso anche s emi piacerebbe esserlo. Questa parabola mi è tornata alla mente ascoltando e leggendo da qualche tempo a questa parte e ancora di più oggi, le tematiche legate a questa retromarcia garantista del fondatore del M5S Beppe Grillo. Non si può negare che presti il fianco a più di una critica:

  • quando pensava che lui e tutti i suoi fossero immacolati e non potessero mai essere oggetto di un'indagine, o peggio ancora incriminati, sparava a zero sututti gli altri che riteneva incandidabili anche se solo indagati
  • adesso che ha scoperto una realtà ben diversa (anche se non ci dobbiamo dimenticare anche la possibile strumentalizzazione di alcune indagini giudiziarie che interferiscono indebitamente sull'assetto politico
  • e questo "ravvedimento" ci potrebbe anche stare se non si ergesse lui stesso, assieme ai probiviri del movimento, a giudice assoluto perché non basti l'essere indagato a far escludere qualcuno dalla politica.
Forse il signor Beppe Grillo avrebbe dovuto leggere con attenzione molto prima la parabola, anziché lanciare i suoi strali su cui si è fondata anche più di una campagna elettorale, per poi dire.....ho scherzato! Troppo facile anche se merita un approfondimento.

Resta comunque innegabile il fatto che buona parte dei media, giornali, radio e TV, siano non solo palesemente schierati (ed in taluni casi ci potrebbe stare) ma tentano, non riuscendoci più, di condizionare il pensiero delle masse mostrando gli aspetti che qualcuno tra i loro dirigenti decide debba essere spinto. Questa rabbia per la perdita di potere, per la caduta di credibilità, e non altro fanno reagire in modo scomposto direttori di telegiornali come Mentana, che se ne esce con minacce di querela contro Grillo: ma come i giornalisti si lamentano di essere costantemente bersaglio di querela, in particolare da parte dei politici, e giustificano così l'arretratezza nelle classifiche mondiali sulla libertà di stampa (77mo posto dopo il Burkina Faso e altri paesi) per poi fare lo stesso giuoco al massacro dei politici stessi!

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