lunedì 2 gennaio 2017

Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo in 500 lingue

Su Twitter l'annuncio che la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo è ora disponibile online in 500 lingue. Purtroppo è triste constatare quante risorse vengano impiegate sia in termini finanziari che di impegno umano per predisporre, approvare e rendere note queste dichiarazioni che spesso finiscono per essere semplicemente dei testi inapplicati. La complessa realtà mondiale infatti ci presenta ogni giorno esempi di totale disapplicazione di tali diritti e chissà quante situazioni nascoste vi sono, di cui nessuno parla o scrive nemmeno un tweet.

Fa riflettere quanto recentemente dichiarato dal presidente eletto Donald Trump in merito all'ONU: «L’Onu ha grande potenziale, ma per ora è solo un club dove la gente si ritrova, chiacchiera e si diverte» «Triste!»

In effetti non possono non essere osservate enormi discrasie tra le enunciazioni di principio e la realtà dei fatti, ed è etrema la difficoltà di porre effettivamente sotto controllo paesi in cui guerre o persecuzioni interne di carattere religioso, politico o altro vanno quotidianamente di pari passo con la costante violazione di quei principi riportati in questa Dichiarazione universale e non solo in questa. Viene anche spontaneo domandarsi a cosa servano effettivamente tali documenti quando coloro che sono più propensi alle violazioni sono ribelli, terroristi o funzionari governativi di paesi a regimi dittatoriali che .... tali documenti non li hanno sottoscritti, non li sottoscriveranno mai e se lo avessero fatto, l'intento non era certo poi quello di rispettarne i dettami!


Il documento fu sottoscritto dai membri dell'ONU in data 10 dicembre 1948 ma la sua storia ci riporta ancora più indietro nel tempo, a principi elaborati addirittura nel 1689. Come riportato nella sintesi storica di Wikipedia un ruolo importante per giungere alla finalizzazione di questo atto fu giocato dai milioni di morti della Seconda Guerra Mondiale:

(fonte: Wikipedia)
Storia e sviluppi della Dichiarazione universale dei diritti umani
Documento storico molto importante prodotto dagli Alleati in risposta agli importanti danni subiti nella Seconda guerra mondiale, la Dichiarazione fa parte dei documenti di base delle Nazioni Unite insieme al suo stesso Statuto del 1945.Secondo gli Stati membri non democratici dell'ONU, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani non è vincolante per gli Stati membri dell'organizzazione. Tuttavia ai diritti e alle libertà in essa riconosciuti va attribuito un valore giuridico autonomo nell'ambito della comunità internazionale, dal momento che sono ormai considerati dalla gran parte delle nazioni civili.La Dichiarazione dei Diritti Umani è un codice etico di importanza storica fondamentale: è stato infatti il primo documento a sancire universalmente (cioè in ogni epoca storica e in ogni parte del mondo) i diritti che spettano all'essere umano.La dichiarazione è frutto di una elaborazione umana centenaria, che parte dai primi principi etici classico-europei e arriva fino al Bill of Rights (1689), alla Dichiarazione d'indipendenza statunitense (4 luglio 1776), ma soprattutto la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino stesa nel 1789 durante la Rivoluzione Francese, i cui elementi di fondo (i diritti civili e politici dell'individuo) sono confluiti in larga misura in questa carta.Molto rilevanti infine, nel percorso che ha portato alla realizzazione della Dichiarazione, sono i Quattordici punti (del presidente Woodrow Wilson1918) e i pilastri delle Quattro libertà enunciati da Franklin Delano Roosevelt nella Carta Atlantica del 1941.I milioni di morti della Seconda guerra mondiale hanno ricoperto un ruolo fondamentale per sbloccare quella coscienza etica che è alla base della Dichiarazione.Alla Dichiarazione, tra gli altri, da René Cassin, sono poi seguiti la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali e il Patto internazionale sui diritti civili e politici, elaborati dalla Commissione per i Diritti Umani ed entrambi adottati all'unanimità dall'ONU il 16 dicembre 1966.La Dichiarazione è la base di molte delle conquiste civili della seconda metà del XX secolo, e costituisce l'orizzonte ideale della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, confluita poi nel 2004 nella Costituzione europea. Il testo della Costituzione Europea non è mai entrato in vigore per via della sua mancata ratifica da parte di alcuni Stati membri (Francia e Paesi Bassi a seguito della maggioranza dei no al relativo referendum), ma la Dichiarazione in ambito europeo costituisce comunque una fonte di ispirazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea proclamata per la prima volta a Nizza il 7 dicembre 2000, ed avente oggi anche pieno valore legale vincolante per i Paesi UE dopo l'entrata in vigore del trattato di Lisbona il 1º dicembre 2009 Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea quale parte integrante della Costituzione europea.La Dichiarazione universale dei diritti umani è composta da un preambolo e da 30 articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona. I diritti dell'individuo vanno quindi suddivisi in due grandi aree: i diritti civili e politici e i diritti economici, sociali e culturali.

1 commento:

  1. Purtroppo dobbiamo constatare che spesso é così...basta vedere quanto accaduto in Siria!

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