Per il Geneva Lake Festival 2016 la città e gli organi di polizia nell'agosto scorso, dopo l'attentato di Nizza, si erano già attrezzati con percorsi ristretti da barriere in cemento e presidi ad ogni ingresso delle aree di presenza pubblica. I disagi per il traffico per quasi due settimane sono stati pesanti ma il livello di sicurezza e, soprattutto, l'effetto di dissuasione sono stati sicuramente adeguati alla situazione.
Qui è d'obbligo domandarsi, con sempre accade quando si verificano episodi terroristici, se si potevano evitare, se gli attentatori - guarda caso spesso già noti alla polizia per reati minori se non proprio per sospetti di terrorismo - potevano essere neutralizzati per tempo, espulsi o altro. È successo purtroppo in quasi tutti i paesi toccati da questa piaga "islamica" dei tempi moderni, forse ancora ai tempi degli attacchi in USA alle torri gemelle o ancora prima. E ancora una volta dopo le consuete esternazioni si sono rivelate insufficienti le misure di prevenzione e controllo adottate.
Gli unici a subire doppiamente gli effetti negativi di questa persistente insicurezza sono sempre i cittadini normali, coloro che spesso con eccessivo buonismo sono sempre ben disposti all'accoglienza di coloro che si infiltrano tra i veri migranti per organizzare - magari anche a spese della collettività - i loro barbari attentati. Basti pensare alle restrizioni di viaggio e alle code interminabili che tutti siamo costretti a subire ogni volta che dobbiamo salire su un aereo ai security points. I terroristi si sono organizzati....e colpiscono in altro modo.
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