lunedì 19 dicembre 2016

Grillo parlante o calante?



Il quotidiano Libero in edicola oggi titola "Crisi nera nel Movimento Cinquestelle GRILLO CALANTE" con evidente riferimento alle difficoltà del Movimento 5 Stelle nate con il pasticciaccio romano.
Ma come sostengono taluni, i "ragazzi" del M5S vorrebbero cambiare il paese con "armi giocattolo" e non hanno quindi le capacità e soprattutto l'esperienza necessari per governare?
Purtroppo col passare del tempo alcuni miti del nuovo non-partito parrebbero crollare. Prima lo scandalo delle firme fasulle e quindi, decisamente ancora più grave, la non chiara posizione del sindaco di Roma Virginia Raggi rispetto al dirigente Marra rischiano di far vacillare la fiducia degli elettori.

Quantomeno da approfondire il forse eccessivo affidamento della Raggi sulla funzione amministrativa di Marra che potrebbe essere il sintomo di una debolezza, di una scarsa conoscenza della macchina burocratica comunale che avrebbe dovuto essere affrontata ab origine con la designazione di un nuovo dirigente. Non a caso la legge prevede espressamente il cosiddetto spoils system che consente al sindaco neo eletto di designare, nelle funzioni dirigenziali chiave, persone di propria fiducia.

Non si comprende quindi per quale motivo in un Comune già travagliato da vicende giudiziarie quali l'inchiesta su "mafia capitale", dall'uscita del sindaco Marino per contestazioni anche sulla regolarità delle sue spese (che tra l'altro avrebbero dovuto essere opportunamente censurate proprio dall'apparato burocratico comunale nonché dai suoi organi di controllo), il sindaco entrante non si sia avvalsa della facoltà di scelta che la legge le attribuisce in maniera più oculata. Abbiamo invece assistito ad una travagliata costituzione anche della giunta, con una continua sostituzione in soli sei mesi di assessori che ancor oggi non consente di vedere al Comune di Roma la necessaria stabilità per consentire la governabilità di una città non facile, capitale d'Italia, sede anche degli organi istituzionali di governo del paese.

Altro argomento sotto la lente di ingrandimento in questi giorni il patto sottoscritto dalla Raggi, sulla cui legittimità si è aperta una discussione sulla quale è pesantemente intervenuto anche l'ex-premier Matteo Renzi. Un patto con una "società" di tipo privatistico con regole che potrebbero rendere illegittima l'elezione stessa di Virginia Raggi o, più semplicemente, regole scritte che forse dovrebbero sottoscrivere in modo analogo anche gli eletti di altri partiti per garantire agli organi di governo del partito stesso (o movimento) ma soprattutto agli elettori la dovuta coerenza con l'applicazione del programma elettorale e gli dirozzi conseguenti. Lo vedremo nelle prossime settimane.

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